Il problema dell’allenamento a 60 anni

Un altro topic nei forum sul Cammino è l’allenamento.

Si, no, come e quanto.

Come già detto non sono un sportivo e di allenamenti ne capisco poco.

Ho praticato durante la mia vita diversi sport a livello puramente dilettantesco ed a scopo di divertimento.

Windsurf, sci, tennis e tanta palestra ma tutti in maniera discontinua.

Ho anche fatto in preparazione al mio Cammino sia la via degli Dei sia la Francigena da Lucca a Siena, un centinaio di chilometri per entrambe e meno di una settimana di percorrenza ciascuna, molto lontano dalle percorrenze del cammino Francese.

Ma camminare per 30 o 40 km al giorno per un mese è un tipo di fatica molto particolare e prolungata che impensierisce.

Come tutti una volta presa la decisione e cominciato a prenotare i voli mi si è parato davanti il problema di come prepararmi al grande evento. Mi sono trovato in difficoltà.

Come fare?

Se una persona è giovane  e sportiva i problemi dovrebbero essere pochi. Unici accorgimenti è avere un paio di scarpe buone e voglia di arrivare.

Per chi come me ha già passato la sessantina la cosa non è cosi semplice. I dubbi sulla possibilità di poter sopportare una sollecitazione del genere ci sono. E quindi un po’ di allenamento per testare il tuo fisico, capire i propri limiti e prepararti a lunghe scarpinate ci vuole, non si sa mai.

Ma quale tipo di allenamento.

Le parti più sollecitate sono sicuramente gambe, schiena e piedi.

Perciò un buon allenamento in palestra per rinforzare muscoli delle gambe, glutei, addominali e schiena è una buona idea. Se si ha tempo e voglia di farlo o non si è , come è successo a me, di essere sotto periodo di COVID quando le palestre erano ancora ritenute posti potenzialmente a rischio e potevano rovinare il tuo tanto sognato viaggio.

Depennata quindi la palestra unica soluzione sono state lunghe passeggiate. All’inizio è stato divertente. Abitando vicino al mare ho cominciato a fare ore di allenamento sul lungomare. Ma alla lunga la cosa è cominciata a diventare noiosa. Mi sentivo come un criceto sulla ruota che gira gira ma non si sposta mai.

Non voglio dire che questo tipo di allenamento non sia utile od efficace. Conosco persone che lo adottano e sono degli ottimi camminatori. Con uno di questi ho fatto la via degli Dei, da Bologna a Firenze, e mi ha dato la polvere. Ma purtroppo per il mio carattere non lo riuscivo a fare. Io ho bisogno di ampi spazi e traguardi lontani. Fare il tapis roulant o i giri di pista a me hanno sempre fatto venire il mal di mare…

Per cambiare ho cominciato a prendere tutte le occasioni che mi si presentavano per usare i piedi. Dovevo andare a Rimini? Ci andavo a piedi, andata e ritorno. Un appuntamento a Pesaro. Usavo il treno e poi tornavo indietro attraversando il parco di San Bartolo. Morciano? Con la passeggiata sul Conca mi toglievo il pensiero.

Ma queste occasioni non si presentavano tutti i giorni ed alla fine si tornava allo stesso problema, la ripetitività.

Ho cominciato a prendere la macchina per cercare più lontano posti nuovi in cui camminare.

Il parco del Marecchia è stata una bella scoperta, da Rimini a Novafeltria, quasi 40 km in mezzo alla natura, tra castelli e chiese. L’ho fatto per diverse volte e mi ha tranquillizzato sulla mia forma fisica.

La vena del Gesso a Borgo Rivola, le cascate dell’Acquacheta a san Benedetto in Alpe, i sentieri a Bagno di Romagna, Carpegna con i sentieri nel Parco di Sasso Simone e Simoncello.

Ma questo voleva dire impiegare giornate intere e cominciava ad essere anche costoso.

Ho fatto quindi un buon allenamento, ma discontinuo, se in alcuni giorni facevo anche 30 o 40 km tra salite e discese poi per giorni magari non avevo più occasione per farlo.

Chi abita vicino a montagne o colline credo sia più avvantaggiato come varietà e qualità dell’allenamento. Magari lo è già di suo allenato e non ha bisogno di non fare molto di più che non rodare le scarpe che porterà con se per essere sicuro che non gli facciano male.

Comunque il problema credo lo abbia per lo più chi fa il Francese e parte da SJPP. I primi giorni sui Pirenei e fino a Pamplona partendo da freddo sono secondo me impegnativi. Chi parte da Pamplona in poi in teoria non dovrebbe avere tanti problemi se non è un pantofolaio. Da li in poi il problema sono le distanze, salite e discese sono più gestibili e nelle Mesetas quasi inesistenti.

Il cammino comunque alla fine ti farà dimagrire, forse un po’ irrobustire ma non più di tanto. La fatica è più di gambe , polpacci e legamenti, se si escludono le vesciche. Le spalle se si riesce a mettere insieme uno zaino onestamente pesante non danno grossi problemi. Almeno per me è stato cosi. Il grasso intorno al girovita è evaporato ed a casa sono rientrato nei jeans di 10 anni prima.

La forma fisica insomma te la da il Cammino stesso nei suoi lunghi giorni lungo le sue strade. Ti modella fisico e mente. Basta non esagerare. Partire sapendo che quella che si sta affrontando è una bella avventura ma da prendere con grano salis, con un attimo di prudenza e cautela. Senza esagerare, correre o farsi del male da soli in un tentativo di autodistruzione, ponendosi dei traguardi più grandi delle proprie possibilità. Imparando ad ascoltare il proprio fisico ed a non esagerare le cose andranno nel verso giusto per arrivare alla meta.

E’ vero che quasi tutti lo finiscono, molti senza grossi problemi, ma c’è anche gente ( ed io ne ho conosciuti alcuni) che hanno dovuto abbandonare sia per stanchezza che per problemi dovuti alla fatica ed allo sforzo.

Riassumendo, con un briciolo di allenamento, un po’ di prudenza e buona volontà ed un paio di scarpe adatte il Cammino sarà la più bella esperienza della vostra vita…

/ 5
Grazie per aver votato!

Ti potrebbe interessare anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.